L’oro, come tanti altri metalli (per esempio l’argento), viene utilizzato per la creazione di gioielli in oro costosi e meno costosi, tale prezzo può variare in base al tipo di lavorazione che viene effettuata dall’orafo, dai vari preziosi inseriti e dalla quotazione oro che viene fissata dal mercato. Il prezzo dei gioielli viene effettuato, oltre dalla lavorazione e dai particolari preziosi inseriti, anche dalla purezza e peso dell’oro utilizzato.
L’unita di misura dell’oro sono i carati e variano tra 8k e 24k più sono alti i carati e più significa che l’oro è puro. Nel corso del tempo i gioielli in oro sono stati venduti principalmente dai gioiellieri o centri orafi, negli ultimi anni invece i gioielli vengono anche venduti dai negozi compro oro e vendo oro che ritirano i gioielli in base alla quotazione oro.
I gioielli realizzati in oro o comunque abbinati a pietre preziose, rimangono una delle forme d’investimento più sicure che ci sono attualmente in commercio. Non sono solo i privati o piccoli risparmiatori, ma anche grandi investitori quali: fondi di investimento, banche e aziende.
Anche in tempi di crisi investire nell’oro rimane sempre la scelta più sicura.
Ma come viene calcolato il valore dell’oro?
C’e da dire che dal 1919 il prezzo dell’oro viene fissato dai mercati azionari, infatti la Borsa di Londra stabilisce due volte al giorno un prezzo di riferimento (il cosiddetto fixing dell’oro) alle 10:30 e alle 15:00 (ora di Londra). Fino all’ottobre 2014 il prezzo veniva fissato dai cinque mercanti più rilevanti del mondo per lo scambio di oro fisico (in inglese “the Club of Five”). Tutto cambia dal novembre 2014 dove il processo di fissazione del prezzo dell’oro (fixing) è stato affidato a Ice Benchmark Administration (Iba) che ha superato la concorrenza del London Metal Exchange e del duo Cme Group-Thomson Reuters (che invece gestirà il nuovo fixing dell’argento o quotazione argento).
Alcuni cenni storici
L’oro è noto e molto apprezzato dagli umani fin dalla preistoria. Molto probabilmente è stato il primo metallo mai usato dalla specie umana (prima del rame) per la manifattura di ornamenti, gioielli e oggetti rituali. L’oro è citato nei testi egizi (geroglifico nwb/nbw) a partire dal faraone Den,[2] I dinastia egizia, intorno al 3000 a.C. In epoca più tarda (XIV secolo a.C.) nel cuneiforme accadico tipico delle lettere di Tell el-Amarna, il re assiro Ashur-uballit I e il re Tushratta di Mitanni sostenevano che in Egitto l’oro fosse “comune come la polvere”.
L’Egitto e la Nubia avevano infatti risorse tali da collocarli tra i produttori d’oro più importanti delle civiltà della storia antica.[4] L’oro, specialmente nel periodo di formazione dello stato egizio, ebbe sia un ruolo politico sia economico: fu uno degli elementi all’origine della divinizzazione del faraone e della nascita delle città.[5] L’oro viene spesso citato nell’Antico Testamento. Nella Bibbia, l’Eden è un giardino bagnato da un fiume che si divide in quattro rami: «Il primo… bagna il paese di Avila, dove c’è l’oro; l’oro di questo paese è puro». In Egitto Abramo è ricco d’oro: il suo servitore, incontrando Rebecca, le mette alle narici un anello d’oro, ai polsi dei braccialetti.